Corrispondenze
testo di Ivana D’Agostino


Venezia - Françoise Calcagno Art Studio
 
Corrispondenze
Salvatore Giunta/Teresa Pollidori
Dal 20 novembre al 4 dicembre 2010
 
Salvatore Giunta e Teresa Pollidori presentano ciascuno, sei opere di formato quadrato che accostate come dittici dialogano in una specie di canto e controcanto.
Un duetto tra fotografia ed incisione dove le linee, le emozioni, i contrasti cromatici del lavoro dell’uno trovano adeguata corrispondenza, e continuità, nell’operato dell’altra.
Un risultato raffinato e cerebrale costituito di sinfonie di grigi, di stacchi netti tra chiari e scuri, di equilibri lineari all’improvviso dissonanti che rendono quasi impercettibile la soglia di passaggio tra le foto della Pollidori e le incisioni di Giunta.
 
 
 
Salvatore Giunta e Teresa Pollidori
Corrispondenze
Testo di Ivana D’Agostino
 
L’amicizia, la stima e i valori condivisi, si sa, creano le basi imprescindibili per stabilire un comune sentire, nel nostro caso artistico, che è stato indispensabile a Salvatore Giunta e Teresa Pollidori per cimentarsi nella realizzazione di opere d’arte a quattro mani, appositamente pensate per questa mostra presso lo Studio Calcagno di Venezia.
Una specie, il loro, di canto e controcanto tra fotografia ed incisione: un duetto con immagini a confronto dove le linee, le emozioni, i contrasti cromatici del lavoro dell’uno trovano adeguata corrispondenza, e continuità, nell’operato dell’altra.
Un risultato raffinato e cerebrale costituito di sinfonie di grigi, di stacchi netti tra chiari e scuri, di equilibri lineari all’improvviso dissonanti che rendono quasi impercettibile la soglia di passaggio tra le foto della Pollidori e le incisioni di Giunta.
Le geometrie di interni e dei casamenti popolari di Corviale, quest’ultime scorciate e scandite dai ritmi verticali delle finestre sbarrate, fotografate dai sapienti bianco e nero della Pollidori – bellissimi anche i suoi precedenti reportages su questo quartiere-dormitorio romano –, stabiliscono con le incisioni di Salvatore Giunta, da sempre concepite analogamente nel restituire campi visivi misurati da equilibri eccentrici, un’efficacia visiva e concettuale di ponderata consapevolezza, costituita di ritmi e pause senza fratture nelle corrispondenze tra le incisioni, rigorosamente bianconere di calcolata astrazione di Salvatore Giunta, e le metafisiche architetture di Corviale di Teresa Pollidori.
Belli sono questi dittici – ognuno degli artisti ha creato sei opere di formato quadrato che dialogano accostate a quelle dell’altro – concepiti con un rigore progettuale evidentemente meditato a lungo.
D’altronde gli artisti in questione non sono nuovi alle operazioni di questo tipo affrontate dallo Studio Arte Fuori Centro di Roma che è  aduso a questo genere di sfide. Lo spazio espositivo romano infatti, del quale non casualmente fanno parte sia Giunta che la Pollidori,  con importanti eventi come In Tandem o la più recente mostra Segni di confine, ha realizzato in tal senso progetti di particolare efficacia, che proprio per tale caratteristica sono stati itineranti per l’Italia
La difficoltà di realizzare mostre analoghe, basate sul confronto diretto e contiguo tra le opere di due artisti non è affatto di facile soluzione, dovendo loro impegnarsi nel realizzare un’opera che sia unica  e al contempo coerente alla loro individuale ricerca concettuale ed espressiva. 
Ma la sfida consiste proprio in questo. E Teresa Pollidori e Salvatore Giunta l’hanno accettata e risolta benissimo.
 
 
 
Salvatore Giunta and Teresa Pollidori
Correspondences
Text  Ivana D’Agostino
 
Friendship, respect and shared values, we all know, form an inevitable basis for a common understanding, in our case of an artistic nature, and proved indispensible for Salvatore Giunta and Teresa Pollidori in their attempt to create works of art jointly, especially thought up for this exhibition at the Studio Calcagno di Venezia.
Theirs is a type of melody and countermelody between photography and incision: a duet with images that are contrasted where the lines, the emotions, the colour contrasts contained in the work of one correspond and continue in the work of the other.
A refined and cerebral result made up of symphonies of grey, of sharp contrasts between light and dark effects, of linear equilibriums which suddenly become discordant
rendering the threshold between Pollodori’s photos and Giunta’s incisions almost undetectable.
The geometries of the interiors and of the popular tenements of Corviale, the latter foreshortened and articulated by the vertical rhythms of the barred windows, photographed skilfully by Pollidori in black and white - her previous reportages on this Roman suburb-dormitory were beautiful – create an effective visual and conceptual framework of pondered awareness with Salvatore Giunta’s incisions, conceived analogically to deliver a measured visual field from eccentric equilibriums, made up of rhythms and pauses without interruption in the contrast between his incisions, which are rigorously black and white in their abstraction and the metaphysical architectures of Teresa Pollidori.
These diptyches are beautiful - each artist has created six square-shaped works that dialogue, juxtaposed alongside the works of the other artist – conceived with a planning rigor evidently meditated at length. 
Besides, the artists in question are not new to these kind of operations undertaken by the   Studio Arte Fuori Centro of Roma accustomed to taking on such challenges. This Roman place for exhibitions in fact, which both Giunta and Pollidori are a part of, has through important events like In Tandem or the more recent exhibition Segni di confine, realized projects of particular incisiveness, and for this very reason they have toured Italy.
The difficulty of realizing analogous exhibitions, based on a direct and contiguous relationship of the works of two artists is not at all simple, given that they must commit themselves to creating  art work which is unique and at the same time  coherent  to their individual conceptual and expressive research.
And this is the very nature of the challenge. And Teresa Pollidori and Salvatore Giunta have accepted and resolved it extremely well.